Filmano una giovanissima ubriaca e seminuda: è solo un gioco?

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“E’ stato solo un gioco”, li hanno difesi i genitori. E poco importa che fossero nove contro uno. Il pestaggio, dicono, non c’è stato. Qualcosa anche qui, nella cosiddetta  Provincia, è cambiato. E profondamente.
“Ci annoiavamo” si giustificarono i tre ragazzi che, lo scorso anno, rubarono gli autobus dalla rimessa di viale Peruzzi per poi scorrazzare in città a fari spenti e lanciarsi a folle velocità contro l’istituto Meucci.
Assistiamo sgomenti a scene di minori che bighellonano per il centro storico gridando insulti ai passanti. Altri ancora fanno buca a scuola per poi rinchiudersi a giocare nelle sale slot (solo la settimana scorsa le Forze dell’Ordine ne hanno pizzicati tre). Dopo la pubblicazione sul nostro sito del video del pestaggio di domenica 4 febbraio in via Arletti, ne abbiamo ricevuto un altro. Pochi, drammatici, secondi. Una giovane, seminuda e in un evidente stato di alterazione alcolica, si regge in piedi sostenendosi a un pluviale, mentre un’amica, inginocchiata accanto a lei, cerca di rivestirla, infilandole la gonna. Intorno, alcuni ragazzini ridono, la prendono in giro e filmano la scena. Completamente indifferenti, privi di qualsivoglia forma di empatia.
Qual è il limite? Quando il gioco smette di essere tale e diventa reato? Qual è la linea di demarcazione tra lecito e illecito? Potranno i genitori di questi ragazzi sentirsi orgogliosi delle gesta dei propri figli? Ne sminuiranno la gravità? La ridurranno a una bravata? I padri di questi uomini di domani la definiranno semplicemente goliardia? E questa ragazza, derisa e umiliata, a cui peraltro qualcuno ha continuato a versare da bere nonostante la giovane età, come si sentirà nel sapere che questo video gira in Rete? E’ così che intendiamo proteggere le nostre figlie? Episodi gravi come questo rappresentano una sconfitta per tutti noi.
Il video è stato ora consegnato nelle mani dei Carabinieri di Carpi e i militari stanno indagando in ordine al reato di diffamazione aggravata a mezzo “telematico” e trattamento illecito di dati personali.
Jessica Bianchi

 

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